mercoledì 23 giugno 2010

Anno Sacerdotale

Venerdì 11 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù, si è concluso con una grande concelebrazione di 15.000 sacerdoti col Papa in Piazza S. Pietro l’Anno Sacerdotale.
Non ne abbiamo parlato in modo esplicito, perché gran parte del lavoro dell’OPAM, Progetti e Adozioni, si svolge con la collaborazione di vescovi, sacerdoti, religiose e laici, che vivono ciascuno secondo la propria vocazione, il sacerdozio che ha la sua radice ultima nel Battesimo.
E’ grazie al loro lavoro, a volte eroico per i pericoli, le situazioni di conflitto, di povertà e difficoltà di ogni genere che affrontano quotidianamente, senza salire alla ribalta dei media, che la convivenza fondata sulla Fraternità diventa più umana ed ha ragione della barbarie del profitto e dell’ingordigia di chi, proprio sui poveri, fonda la propria ricchezza e il proprio futuro. Confidiamo nella capacità e intelligenza dei nostri lettori di percepire il movimento vitale della foresta che cresce in silenzio piuttosto che il tonfo di qualche albero che cade. Non abbiamo fatto apologie particolari di nessuno, perché ogni numero del giornale presenta, dietro ad una richiesta o a una testimonianza, vite donate per amore dei più piccoli, con cui il Signore si è identificato. Lasciamo che siano i fatti a parlare. Nell’ambito però di quelle relazioni, sulla quali cerchiamo di costruire il tessuto e lo stile di essere ed agire dell’OPAM, mi sembra un dono questa riflessione che ricevo da Sr. Petra, una nostra amica missionaria, reduce da un periodo in Africa. Non è la storia di un missionario eroico, ma di un anziano catechista. Ci dà una lezione che ha il sapore del Cristianesimo delle origini e vale forse più di tante analisi sulla mancanza di vocazioni e sul ruolo delle famiglie. Don Aldo

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